Menzione speciale cortometraggio

Don’t tell Anyone
di Sahar Sotoodeh

Motivazione
Il film trasmette il coraggio di parlare di un argomento difficilissimo, un vero e proprio tabù, soprattutto in un paese islamico come l’Iran: la violenza sessuale da parte di un padre verso la figlia. La resa cinematografica e l’ottima interpretazione, unitamente a una fotografia scarna e minimalista, contribuiscono a enfatizzare il tema trattato.


Menzione speciale documentario

Chickens, virus and us
di Filip Remunda

Motivazione
Il regista parte dalla propria esperienza familiare per raccontare due temi di grande attualità: il coronavirus e l’allevamento intensivo degli animali. Il diario familiare, scritto con intelligente ironia, diventa metafora di come si possa instaurare un rapporto sostenibile tra uomo e natura.


Categoria “Animazioni”

Primo premio

THE SOLOISTS
di Mehrnaz Abdollahinia, Feben Elias Woldehawariat, Razahk Issaka, Celeste Jamneck, Yi Liu

Motivazione
Ha saputo interpretare, tramite un’accurata e sapiente interazione di immagini e musiche, il tema della repressione delle libertà e della discriminazione di genere, coinvolgendo emotivamente lo spettatore nelle diverse forme di resistenza che le donne, protagoniste del cortometraggio, mettono in atto. Ha saputo sorprendere lo spettatore utilizzando l’animazione con cambi di scena ad effetto, suggestivi ed efficaci sul piano della narrazione. Ha saputo condensare emozioni in musica e comunicare messaggi di speranza in dialoghi diretti e immediati. Ha dimostrato una grande sensibilità nei confronti di temi così importanti, spesso ignorati, valorizzando il ruolo sociale della donna.

Categoria “Animazioni”

Secondo premio

Glory 
di Charlotte Geysels

Motivazione
Per aver interpretato efficacemente le emozioni e i tormenti di un giovane torero impegnato in uno scontro che va ben oltre la ferocia della tauromachia, trascinando lo spettatore, attraverso l’uso del flashback e della musica, in una narrazione per nulla scontata di una storia familiare segnata dal lutto e dal dolore, e per aver gettato una luce sul tema della spettacolarizzazione della violenza e della sofferenza muovendo gli animi alla riflessione sulla opportunità di mantenere vive certe tradizioni folcloriche.


Categoria “Cortometraggi”

Primo premio

Lili Alone 
di Zou Jing

Motivazione
“Lili Alone” parla di una storia al femminile che tratta temi universali come la povertà e la maternità, senza trascurarne i risvolti etici. Dal punto di vista estetico, il film è realizzato in modo delicato e raffinato.

Categoria “Cortometraggi”

Secondo premio

EMPIRIC
di Ioana Turcan

Motivazione
“Empiric” rappresenta temi sui quali tuttora si continua a dibattere, nonostante il corto sia ambientato negli anni Sessanta, sotto il regime di Ceauçescu: aborto e disabilità. Degne di nota l’ambientazione e l’interpretazione.


Categoria “Documentari”

Primo premio

Mother Lode
di Matteo Tortone

Motivazione
Un film poetico, reso ancora più forte dal bianco e nero: la miniera ricorda la metafora della discesa negli inferi e traduce con linguaggio moderno il mito delle fatiche di Sisifo. Il regista utilizza il tema del viaggio per indagare l’esistenza umana: l’utilizzo della macchina da presa guida perfettamente il pubblico in questo viaggio.

Categoria “Documentari”

Secondo premio

I’m so sorry 
di Zhao Liang

Motivazione
Un film con un linguaggio fotografico raffinato e di forte impatto che allo stesso tempo restituisce l’inquietudine della desolazione e dell’abbandono. Ci mette di fronte all’impotenza che proviamo facendo i conti con le conseguenze di un disastro ambientale.


Premio AAMOD

Mother Lode 
di Matteo Tortone

Motivazione
“Mother Lode” per l’abnegazione e la dedizione allo studio antropologico e territoriale del documentarista, e per la sua ambiziosa applicazione del Cinema del reale a dei luoghi e una storia che proprio sugli abissi e le profondità dell’ambizione si interroga.


Premio Amnesty International Italia

Heza
di Derya Deniz

Motivazione
Il film percorre un territorio devastato e abbandonato. Nel far questo racconta la storia di Hêza e la distruzione di famiglie e di vite, la loro assenza silenziosa e dolorosa. Ha grande il merito di raccontare anche una storia di resistenza, rinascita e affermazione di sé, e di farlo senza cadere nella retorica celebrativa della combattente eroica. Derya Denîz riesce, riprendendo pochi incontri e sguardi, a rendere la violenza e la paura passate ma soprattutto a celebrare il coraggio e la solidarietà di persone comuni precipitate in un incubo. Viene in mente la storia di Nadia Murad, un altro modo di reagire a una sofferenza inimmaginabile. Strade diverse che cercano, ancora, con strumenti diversi, giustizia e riparazione per il popolo yazida.


Categoria “Lungometraggi di finzione” – Premio del Pubblico

La scelta di Anne – L’Événement
di Audrey Diwan


Premio Greenpeace

I’m so sorry 
di Zhao Liang

Motivazione
Un documentario che riflette sulle conseguenze del nucleare attraverso le testimonianze della popolazione riallocata di Fukushima e le voci di chi è tornato nella zona di esclusione di Chernobyl dopo il disastro nucleare. Storie toccanti raccontate in modo essenziale e in prima persona per portarci a riflettere sul momento storico che stiamo attraversando. La dimensione umana è raccontata dalla situazione dei sopravvissuti a queste catastrofi nucleari, le cui conseguenze si proiettano a lungo nel tempo. Un monito a non continuare negli errori già compiuti.


Premio TTPixel

Fili di memorie 
di Marco Latina


 

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