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Al via la VII edizione del SiciliAmbiente Documentary Film Festival: il programma della prima serata

 

 

Ci siamo: tutto pronto per la VII edizione del SiciliAmbiente Documentary Film Festival, che si svolgerà come di consueto presso la cornice del Giardino di Palazzo La Porta, sede del Comune di San Vito Lo Capo, dal 14 al 19 Luglio. Anche quest’anno il festival godrà di una seconda sala in spiaggia, che nell’arco di tre serate di programmazione parallela (15, 16, 17 Luglio) permetterà alla kermesse di dare ulteriore visibilità alle opere di tutte le sezioni.

Il SiciliAmbiente si presenta al pubblico di San Vito Lo Capo con una ricchezza sempre maggiore di contenuti e di stimoli: la settima edizione può vantare una programmazione di cinquantuno titoli divisi in quattro sezioni competitive (Documentari, Cortometraggi, Animazioni e Corti Mobili), una sezione dal titolo “Storia del lavoro in Italia” a cura di AAMOD (Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico), due eventi speciali e una sezione Panorama Festival (il programma completo è scaricabile sulla home del nostro sito). Un’offerta cui si va ad affiancare un programma quotidiano e molto fitto di eventi collaterali, che comprendono, tra le molte manifestazioni, passeggiate in bicicletta, mostre, aperitivi letterari e presentazioni di libri a cura di Navarra Editore.

Il festival prenderà il via martedì 14 Luglio alle ore 21.15 con la Cerimonia d’Apertura della VII edizione, cui seguirà un incontro speciale con AAMOD, nuovo e fondamentale partner di un’edizione che si pone in dialogo diretto col mondo del lavoro, dando a tale tematica una centralità doverosa e di questi tempi ancor più imprescindibile che in passato. Interverrà, in rappresentanza di AAMOD, Aurora Palandrani, e a seguire il festival entrerà nel vivo con la proiezione delle opere in programma.

Ad aprire le danze presso la Sala 1 del Giardino di Palazzo La Porta sarà proprio un cortometraggio della Sezione Lavoro, “I minatori di Zolfara” di Giuseppe Ferrara, film che esplora da vicino la fatica, la sofferenza e perfino la morte dei lavoratori nelle miniere di zolfo in Sicilia. A seguire, alle h 21 55, sarà la volta del primo dei nove film in concorso nella sezione principale dedicata ai documentari, ovvero “Emergency Exit: Young Italians Abroad” della regista barese Brunella Filì, che sarà presente nel corso della serata e dialogherà col pubblico prima e dopo la proiezione. Il film, come eloquentemente suggerisce il titolo, affronta l’ormai inarrestabile fenomeno della fuga all’estero da parte di un’intera generazione di giovani italiani. Lo fa cucendo insieme una serie di testimonianze che vanno a delineare lo spaccato di una generazione determinata ma spesso tradita dal proprio paese, inevitabilmente costretta a trovare ossigeno altrove. A intervallare le varie storie personali dei giovani protagonisti del documentario delle osservazioni al vetriolo di Bill Emmott, noto giornalista e saggista britannico oltre che ex direttore della rivista The Economist. Ecco la sinossi ufficiale del film: Anna, Mauro, Milena e gli altri non si conoscono, ma hanno qualcosa in comune: hanno lasciato l’Italia per trasferirsi all’estero e scommettere sull’opportunità di un futuro migliore. Un futuro che, restando in Italia, sembra difficile immaginare. Un’intera generazione che sta sanguinando fuori dai nostri confini. Non solo cervelli, ma anche ragazzi “normali”, cittadini dimezzati, divisi tra una vita con maggiori possibilità e il senso di una mancanza e una frustrazione che ogni esilio, per quanto volontario, comporta. Il film racconta cosa fanno, pensano e sognano i giovani italiani all’estero: se resteranno o torneranno; se andar via è l’uscita di emergenza per cambiare il proprio precario avvenire. Un viaggio da Vienna a Parigi, Tenerife, Bergen, Londra e, per finire, New York; storie di ordinaria separazione, un solo racconto: quello di una generazione dimenticata, che ha ancora qualcosa da dire al suo paese d’origine. 

Alle h 23 10 toccherà invece, per la sezione cortometraggi, a “L’impresa” di Davide Labanti, altro film fortemente incentrato sul mondo del lavoro, storia di un uomo e dei suoi dipendenti in lotta per salvare il nucleo di un’intera vita: la loro impresa, un appiglio da difendere con le unghie e con i denti, cui è impossibile rinunciare e nei confronti del quale il legame non può che essere fortissimo. Nel cast anche Giorgio Colangeli.

Chiuderà la prima serata di proiezioni un altro film inserito nella sezione competitiva dei documentari, vale a dire “Where Might the Wind Rest?” del regista iraniano Mohammad Ali Shirzadi. Autore dal vissuto travagliato che qualche anno fa è stato imprigionato dal governo del suo paese insieme a Jafar Panahi, altro celebre cineasta iraniano molto noto nel circuito dei festival internazionali. Il suo è un film corale sofferto e sentito, fortemente drammatico e pieno di spunti di riflessione, ritratto di un paese lacerato dalla repressione, strumento privilegiato del potere politico per consolidare sé stesso e mettere a tacere qualsiasi voce contraria. Di seguito la sinossi ufficiale: Richiedere asilo politico è diventato uno dei problemi più grandi del mondo. Benché esistesse prima della rivoluzione iraniana del 1979, ha visto un’impennata notevole dopo quell’evento. Dopo l’elezione presidenziale del 2009 e la seguente repressione degli elettori che hanno protestato contro i risultati, una nuova ondata di richiedenti asilo ha investito i paesi stranieri. I motivi alla base di tutto ciò erano l’insicurezza e la repressione di qualsiasi voce dissidente attraverso minacce e detenzione. Oggi, circa sette milioni di iraniani vivono fuori dall’Iran. In questo film sono stati scelti sette personaggi, insieme al narratore, per rappresentare le varie classi sociali: un musicista che è stato detenuto e imprigionato per un anno, un ricercatore, uno studente e attivista della società civile, un giovane uomo nato in prigione mentre i suoi erano entrambi imprigionati, uno studente espulso dall’università, un giornalista cui è stato vietato scrivere, un narratore e un fotografo.

Non ci resta che augurare buon festival a tutti, a nome del direttore artistico Antonio Bellia e di tutto lo Staff del VII SiciliAmbiente.

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